Perché le banche preferiscono un dipendente ad una persona con immobili intestati per erogare i loro prestiti?

Il cuore della questione è il rischio che le banche corrono nel finanziare i cliente e nella conoscenza ed efficacia delle operazioni volte al recupero crediti in caso di inadempienze.
Domanda:

preferenza di un persona con reddito da lavoro rispetto che da locazione per un finanziaria
Devono essere proprio stupide le banche, il dipendente che non ha nulla intestato se viene licenziato o se si dovesse licenziare, quanto potrà mai risarcire rispetto una persona che ha più immobili intestato locati? Questi non hanno valore? Gli immobili Non possono essere attaccati dalle finanziarie?

(Domanda inserita il 12-02-2024 sulla pagina: Reddito da immobili in essere da venticinque anni, perché ho meno solvibilità di un impiegato?)


Risposta:
Gentile Utente,
non è questione di stupidità ma di sicurezza del loro investimento.
Pensiamo ad uno scenario di questo tipo:
tre individui, Tizio Caio e Sempronio si presentano in banca e chiedono un prestito di 20.000 euro, con rata mensile di 415 euro per cinque anni.
Tizio è un dipendente pubblico con venti anni di servizio, un TFR accumulato di 40.000 euro.
Caio è un dipendente di una piccola ditta individuale, con solo due dipendenti, ed è assunto da due anni.
Sempronio è disoccupato ma ha dieci appartamenti affittati per un reddito mensile di 5.000 euro.
Come si comporterebbe la banca / finanziaria nello scegliere quali di questi tre clienti finanziare?

Tizio sarebbe in primissima posizione, perché gli si farebbe fare una cessione del quinto, che garantisce che la rata mensile sia sempre pagata, e il TFR fornirebbe una garanzia per quanto riguarda la perdita del lavoro al punto che una assicurazione sarebbe disponibile immediatamente ad emettere una polizza rischio impiego ed anche rischio vita.
Sarebbe dunque un affare eccezionale per la banca e, non a caso, Tizio è la tipologia di cliente più ricercata in assoluto.

Caio lavora in una piccola ditta, sono in tre, il titolare, lui ed un altro collega.
Lavoro duro e guadagna bene, duemila ero al mese.
Per la banca è meno interessante di Tizio perché una piccola ditta è molto esposta ai rischi: un cliente che non paga, una malattia del titolare, il mercato in cui opera che subisce una flessione, etc.
Nonostante questo, visto il buon reddito, lo finanzierà.
Che succede se Caio si licenzia o viene licenziato e non ha nulla intestato?
Che la finanziaria lo metterà in mora e quando Caio ritroverà lavoro immediatamente dovrà iniziare nuovamente a pagare le rate gravate da ulteriori interessi legati al periodo in cui non ha pagato.
E' per la banca un affare interessante anche se più rischioso di del precedente.
Attenzione, qui vale una considerazione fondamentale:
questa è la tipologia di cliente più diffusa in assoluto e quindi banche e finanziarie hanno tutti gli strumenti per gestirli con efficacia, sia che tutto vada bene sia che sorgano problemi, come ritardi di pagamenti od omissioni.

Da ultimo Sempronio, disoccupato ma con un reddito anche molto elevato da locazione.
Gli erogano il prestito e poi lui, per qualsiasi motivo, non può / non vuole più pagare le rate.
Come fa la banca ad affrontare la situazione?
Attenzione, qui vale l'altra considerazione fondamentale:
Sempronio è una tipologia rarissima di cliente, (a pensarci bene Lei conosce più persone che vivono lavorando o persone che vivono incassando affitti?). Come si gestisce una situazione in cui Sempronio non si comporti in maniera corretta?
Si potrebbe ricorrere a prestiti coperti da ipoteca o provare a imporre assicurazioni sul credito.
Ma la domanda che ci dobbiamo fare è:
Chi glielo fa fare alla banca a finanziare quei pochi Sempronio quando ci sono in giro parecchi come Tizio ed tantissimi come Caio?
Perché andare a infilarsi in un affare così rischioso?
E così alla fine le banche, non sempre ma nella maggioranza dei casi, optano per una negazione del finanziamento.

Saluti.
La redazione
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Pubblicato da: Andrea De Magistris - Aggiornato il 12-02-2024

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