Mutuo di 180.000 euro per lavoratore in smart working all'estero, residente in Italia. Verrà accordato?

Il disallineamento tra residenza del lavoratore e nazionalità del datore di lavoro costituisce un ostacolo assai difficile da aggirare.
Domanda:

Mutuo di 180.000 euro per lavoratore in smart-working all'estero, residente in Italia
Salve, mio marito ed io ci siamo trasferiti in Italia da un anno ( io italiana, lui straniero ) e sebbene residente in Italia lui percepisce attualmente la busta paga ancora all'estero ( lavorando in modalità remota ) con un reddito annuo sui 75000 euro. Esiste un modo per ottenere un mutuo per comprare una casa ( pagando subito in contanti metà dell'importo della stessa, circa 180000 euro ) pur non avendo una busta paga?
Grazie

(Domanda inserita il 08-06-2023 sulla pagina: Prestito di 20.000 euro per comprare casa a lavoratore con vari contratti a tempo determinato all'estero. Verrà erogato?)


Risposta:
Gentile Utente,
quando si fa richiesta di un mutuo (ma lo stesso dicasi per qualsiasi strumento finanziario di credito) il reddito viene esaminato sotto tre principali aspetti:
  1. Consistenza, ossia se l'importo percepito è congruo rispetto a quella che sarà poi la rata da pagare se il mutuo viene erogato.
  2. Continuità, ovvero ragionevole disponibilità dello stesso per tutto il periodo di restituzione del capitale concesso.
  3. Aggredibilità, pari a dire possibilità di rivalsa forzata in caso di mancati pagamenti delle rate.

Nel caso di Suo marito sicuramente il primo punto è a Vostro favore:
un mutuo di 180.000 euro può essere sostenuto con totale tranquillità quando si percepiscono 75.000 euro annui netti.
Si tratterebbe infatti di coprire una rata, nel caso si ricorresse ad un fisso di durata media, quindi pari a 15 anni, di circa 1.200 euro a fronte di una entrata mensile superiore ai 5.000 euro.
Il secondo punto andrebbe indagato per capire la tipologia di contratto di lavoro in essere; in caso di contratto a tempo indeterminato, nemmeno a dirlo, si avrebbe ulteriore forza contrattuale.
Nei casi invece di contratti di tipologia a tempo determinato si andrebbe incontro a problemi perché, sempre nell'ipotesi dei 15 anni, verrebbe meno la "ragionevole certezza" della disponibilità del reddito fino a fine rimborso.
Il terzo punto è quello che costituisce il nodo maggiore da sciogliere:
un mutuo ipotecario è sempre, per definizione, garantito da una ipoteca accesa sull'immobile oggetto di acquisto.
Questo determina che in caso di inadempienza del debitore la banca recupererà i propri soldi mediante esecuzione dell'ipoteca; ma l'istituto dovrà necessariamente considerare di poter esigere anche una integrazione da Suo marito qualora, ad esempio, il valore dell'immobile non fosse sufficiente a coprire il debito residuo.
In quel caso la banca richiederebbe un pignoramento in busta paga per rientrare e qui si crea l'ostacolo:
la banca è Italiana ma il datore di lavoro è straniero e quindi il processo può diventare laborioso perché le leggi dei due paesi potrebbero non "incastrarsi" correttamente.
Questo ostacolo a nostro modo di vedere non è da poco e, nonostante la bontà dei due punti precedenti, può bloccare l'istruttoria, rendendo l'operazione non ammissibile.
Vogliamo in conclusione però ricordare che qui si da un parere e non un giudizio di fattibilità.
E' evidente che essendo la situazione molto al limite ma non del tutto deteriorata sarà opportuno comunque provare a fare richiesta per vedere come le banche reagiranno e se saranno disposte ad erogare.

Saluti.
La redazione
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Pubblicato da: Andrea De Magistris - Aggiornato il 08-06-2023

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