Rapporto tra rata e reddito: che prestito posso permettermi?

Per capire come viene calcolata la rata che possiamo permetterci e che la finanziaria ci propone occorre esaminare più fattori. Vediamo quali sono e se possiamo trarre vantaggio dalla loro conoscenza.

rapporto tra rata e reddito in un prestitoIl rapporto tra rata e reddito è il primo dei fattori che viene analizzato da banche e finanziarie per determinare quale è l'importo massimo da concedere in prestito a chi ne fa richiesta.
Ma come viene calcolato questo rapporto e perché?
Ed è per tutti uguale o ci sono distinzioni tra cliente e cliente?
Si può forzare la mano, superando la percentuale calcolata per ottenere un finanziamento maggiore?
Rispondiamo nei prossimi paragrafi a queste domande ricordandovi sempre che se qualcosa non è spiegato chiaramente e vi rimane un dubbio potete rivolgerci direttamente la Vostra domanda!

Come viene calcolato il rapporto tra rata e reddito?

Il calcolo che viene effettuato per individuare quale sia la rata che possiamo permetterci è, in maniera orientativa, il nostro reddito mensile diviso cinque.
Se si esprime in percentuale dunque tale rapporto è il 20%.
Cento diviso cinque da infatti venti.
Mettiamo dei numeri:
se guadagno 1.000 euro al mese la rata massima che potrò sostenere è peri al 20% di 1.000 euro, ossia 200 euro.
Se ne guadagno 1.300 il calcolo ci darà invece 260 euro, perché il 20% di 1.300 euro (o semplicemente 1.300 euro diviso cinque) da appunto duecentosessanta.
Fin qui appare tutto abbastanza semplice, alla fine si tratta di fare una banale divisione.

Ma perché proprio il 20%? Come è stato deciso?

Uno dei maggiori impegni a cui una finanziaria deve fare fronte è la gestione del rischio:
loro ci prestano i soldi, noi glieli restituiamo pian piano mensilmente, e devono essere minimi i rischi che il meccanismo si rompa con noi che andiamo in difficoltà e non paghiamo più con regolarità e precisione la rata.
Ebbene, statisticamente, se la rata si mantiene al massimo intorno al 20% si è visto che lo sforzo di pagarla rimane sostenibile per la maggioranza delle persone.
Del resto è un discorso abbastanza sensato ed immediato da riscontrare:
se io da tanti anni ormai ho uno stipendio sui 1.500 euro mi sono abituato a vivere con quella cifra, riuscendo a soddisfare i miei bisogni e quelli della mia famiglia.
Ora ho bisogno di un prestito per una nuova auto, ad esempio, e la rata massima che posso sostenere mi viene calcolata in 300 euro.
Se accetto dal prossimo mese, e magari per quattro o cinque anni, dovrò vivere con 1.200 euro... E' un impegno importante e dovrò tagliare via qualche attività ludica, magari accorciare un po' le vacanze e comprare meno oggetti di dubbia utilità. Ma la macchina mi serve e quindi farò questo sacrificio.
Pensiamo invece se ci accordassero una rata che in rapporto al reddito fosse del 50%.
Dall'oggi al domani mi troverei a passare da 1.500 euro al mese a 750:
qui a causa della rata non mi salta qualche giorno di vacanza, lo smartphone nuovo o una bella borsa, qui va a finire che non ho i soldi per l'affitto o per fare la spesa!
E, in un momento di difficoltà, prima di pagare la rata sicuramente mi accerto di pagare l'affitto e di mettere in tavola un paio di pasti al giorno (e vorrei vedere chi mi darebbe torto).
Siccome le finanziarie questo lo sanno benissimo ecco spiegato perché impongono un limite apparentemente basso, il 20%.

Ma io ce la faccio, voglio una rata più alta per avere un prestito maggiore!

Questa è una delle obiezione che viene mossa spessissimo quando si va in finanziaria.
E' anche normale farla perché, in definitiva, ma che ne sa l'addetto della finanziaria di quali siano le mie abitudini di spesa, di quanto io sappia rinunciare a qualcos'altro per pagare sempre la rata.
Ebbene, proprio perché non lo sa è costretto a imporre lui questo limite e farlo rispettare anche rigidamente: ai voglia a spiegargli che per la nuova moto che sogno da anni sarei disposto a mangiare pane e acqua!
Un esempio quasi paradossale è quello del/la giovane che ha iniziato a lavorare ma vive in casa con i genitori.
Questi ultimi non chiedono aiuto per le bollette, seguitano loro a provvedere alla spesa e magari, ogni tanto, hanno ancora il piacere di fare qualche regalo ai figli, anche se sono grandi e lavorano.
Ebbene, quando si va in finanziaria e tra le altre cose si specifica "...guardate che io abito con i miei, lavoro e quindi ho lo stipendio ma non ho alcuna spesa per la casa..." non si ha un effetto così forte sul rapporto rata reddito e quindi sul prestito.
Al più chi deve erogare il prestito e aveva calcolato una rata di 180 euro (che vuol dire che lo stipendio è di 900 euro, in quanto il 20% di 900 è 180) potrà fare un piccolo arrotondamento a 200 euro, non di più, a meno ovviamente di coinvolgere nel prestito anche i genitori, ma questo è tutto un altro discorso.

Ma siamo davvero tutti uguali di fronte alla banca?

Il rapporto tra rata e reddito viene spesso rivisto in caso di redditi particolarmente alti o particolarmente bassi.
Il motivo è legato al fatto che, tolta la rata che rappresenta il 20% del reddito come già spiegato, con il restante denaro si riesce ad avere una vita dignitosa?
Prendiamo un soggetto che guadagna 3.00 euro al mese.
Se gli si concede un prestito con rata pari al 20%, quindi 600 euro, gli rimangono comunque duemilaquattrocento euro al mese.
Pur essendo vero che costui è abituato magari da anni a disporre di 3.000 euro mensili ed ora se ne ritrova "soltanto" 2.400, è altrettanto vero che i nuovi sacrifici cui andrà in contro, seppur sgradevoli, non mineranno la sua salute o la sua dignità.
Prendiamo adesso chi ha una busta paga (o anche una pensione) di 500 euro al mese.
A questa persona non ha senso praticare il 20% per calcolare la rata perché guadagna così poco che se gli si sottrae anche solo 100 euro (appunto il 20% di 500) si potrebbe costringerla a rinunciare addirittura alle cure mediche o a fare la spesa alimentare.
Abbiamo preso due casi opposti proprio per evidenziare, ancora una volta, che il rapporto tra rata e reddito è una indicazione ma poi sta alla finanziaria fare le valutazioni del caso.

E' possibile forzare la mano, arrivare a percentuali più alte, e se si come?

La domanda sorge spontanea:
visto che questo 20% è un valore elastico e non imposto da un ente superiore, abbiamo modo di forzare la finanziaria ad alzare almeno un po' la rata così da farci raggiungere quell'importo esatto che ci serve per l'acquisto che tanto desideriamo?
Le risposte sono molteplici:
  • Per piccolissimi sforamenti si può argomentare con l'addetto, e ne è un esempio la situazione di cui parlavamo prima in cui il richiedente vive con i genitori e non ha alcuna spesa extra.
  • Allo stesso modo maggiore è il reddito di cui si dispone più si può insistere per avere qualche euro in più.
  • Si può passare anche al 25% se si dispone di garanzie aggiuntive, quali ad esempio un garante che firmi il contratto di prestito insieme a noi.
Va aggiunta una ulteriore arma a nostra disposizione che si chiama "pazienza":
siamo andati in finanziaria e ci hanno proposto un determinato importo perché la rata che possiamo permetterci, secondo loro, è un determinato importo?
Nulla ci vieta, se non siamo soddisfatti, di andare da una seconda per vedere se ci fa una offerta migliore.
E se non va bene via con la terza e poi la quarta.
E' proprio perché ogni finanziaria può essere elastica nel definire il rapporto rata reddito che ha senso fare confronti (ed è il motivo per cui strumenti di comparazione prestiti sono diffusissimi su internet).

Pubblicato da: Andrea De Magistris - Aggiornato il 03-02-2022

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