Tasso d'interesse di un prestito, varia al variare dell'importo richiesto?

I fattori che influiscono sulla determinazione del tasso d'interesse sono molteplici e si influenzano tra di loro. Osserviamoli e capiamone i meccanismi.

variazione tasso d'interesse al variare dell'importo richiestoIl tasso d'interesse è il dato abitualmente più pubblicizzato da banche e finanziarie, e su di esso si concentrano sempre molti interrogativi, che vanno dalle differenti definizioni e modalità di calcolo (tan, taeg, TEG) al limite massimo perché si rimanga nell'ambito delle soglie ammesse per legge, le cosidette soglie di usura.
Quello che invece vedremo oggi se e come il tasso d'interesse applicato ad un prestito vari in base all'importo richiesto.
La domanda di fondo è:
se chiedo 10.000 euro e mi applicano un TAN del 7,5% me lo manterranno uguale se chiedo 20.000 euro o solo 3.000?

Quali sono i motivi per cui si pagano gli interessi?

Per capire come i tassi varino al variare delle condizioni di ogni singolo finanziamento vediamo rapidamente perché su un prestito vengono pagati degli interessi, domanda banale la cui risposta tanto banale non è, altrimenti non saremmo qui a chiederci come i tassi varino!
L'interesse che si paga su di una qualsiasi forma di credito è legato al fatto che
  1. la finanziaria / banca ci da dei soldi, rinunciando quindi lei stessa a disporne, e per questa rinuncia vuole essere pagata.
  2. la stessa finanziaria si prende il rischio di non rivederli più, o di recuperarne solo una parte, se il debitore smette di pagare le rate.
    Per questo rischio, di nuovo, vuole essere pagata.
Quindi quantità di denaro prestata e rischio commisurato all'operazione determinano in qualche modo il tasso d'interesse.

Quanto incide l'importo richiesto in prestito?

All'aumentare dell'importo richiesto avviene generalmente che il tasso annuo netto rimane invariato o varia molto poco.
Quindi, si può dire che dei due fattori indicati, ossia quanto chiediamo e che rischio porta l'operazione questo primo elemento conta di meno.
Siamo nell'ordine, mediamente, di oscillazione di meno di un punto percentuale sul TAN.
Se ci fermiamo a pensare è abbastanza normale che succeda così, perché al crescere dell'importo generalmente aumenta la durata del prestito e anche se il tasso rimane sempre uguale ci verrà addebitato per un periodo più lungo, determinando comunque un maggior guadagno per la finanziaria.
Durata di un prestito: come risparmiare sugli interessi
La durata di un prestito incide sensibilmente sull'ammontare degli interessi pagati, a prescindere dal TAN

Quanto incide il rischio legato al credito?

Tanto, tantissimo.
Immaginate siate Voi a dover prestare dei soldi che avete risparmiato a due vostri conoscenti:
uno è disoccupato, sfortunatamente non ha mai trovato un lavoro nemmeno in passato, a chiesto dei prestiti ad altri conoscenti e spesso non è riuscito a restituirli.
L'altro lavora in un ente pubblico da tanti anni, ha un ottimo stipendio, chiese un prestito per comprarsi l'auto qualche anno fa e ha pagato tutte le rate per bene, solo che questo mese ha bisogno del vostro aiuto per una spesa imprevista.
Pensate che il rischio che non rivediate i vostri soldi sia indifferente se li prestate al primo oppure al secondo?
Questo tipo di domanda è il quesito principale di ogni banca o finanziaria.
Al primo ci vorrà del coraggio a prestare dei soldi, e quindi che almeno l'operazione frutti molto con un tasso d'interesse molto alto.
Al secondo invece i soldi glieli presteranno volentieri ed essendo più certi che li restituirà si potranno accontentare di fargli un tasso minore, anche per convincerlo a tornare sempre da loro in caso di altre necessità.

La modalità di restituzione incide anch'essa sul tasso

Immaginiamo due tra le forme di credito più diffuse: il prestito personale e la cessione del quinto.
Se si fa un paragone si osserverà che le cessioni hanno mediamente un tasso più basso (anche se hanno poi costi accessori più alti) rispetto ai prestiti personali.
Uno dei motivi è sicuramente la modalità di restituzione:
nel prestito personale è legata alla volontà del debitore di pagare la rata, sia con eventuali bollettini che rendendo disponibile sul conto corrente l'importo mensile da addebitare mediante rid.
Nella cessione invece il pagamento è effettuato direttamente dal datore di lavoro mediante prelievo alla fonte, ossia un decurtazione sullo stipendio.
Appare subito evidente che la seconda modalità comporta meno rischi per la finanziaria rispetto alla prima.
Meno rischi, quindi, minor tasso d'interesse.

Conclusioni

Siccome abbiamo ampiamente osservato che il rischio prevale sull'importo richiesto possiamo affermare che quest'ultimo determina piccole variazioni.
Che io chieda 8.000, oppure 10.000 o, ancora, 12.000 euro e lecito attendersi uno scostamento minimo.
Gli scostamenti legati all'importo richiesto maggiori avvengono quando si fa un passo molto ampio:
se chiedo 3.000 euro mi dovrò aspettare un tasso minore che se ne chiedo 30.000 ma, se si va a ben vedere, questo è legato, nemmeno a dirlo, esclusivamente al grande aumento di rischio del credito.

Pubblicato da: Andrea De Magistris - Aggiornato il 21-08-2021

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